destionegiorno
Adolescente, ho iniziato a scrivere racconti e poesie fino ad oggi dove provo a sprigionare in versi le complessità e le profondità di un Io interiore. Sono alla continua ricerca di emozioni, di sensazioni che colgo dalle sfumature del quotidiano e da ogni espressione dell’anima che si manifesta a ... (continua)
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Gli ultimi rantoli
di una cieca debolezza
privano l’essere
di uno strame di dolcezza
che invano ha nutrito gli armenti.
Nudo,
il freddo e le intemperie
più non temo,
né il pusillanime sfoggio
di un arido eloquio.
Arde in me il piacimento
di... leggi...
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Oh Tristano!
Levi a oriente
il capo, ignaro
della sorte che ti attende.
Dagli occhi tuoi,
una spiga di grano
sussulta come buoi,
che da lontano,
tirando tutto il die
assaporano un ristoro
che giammai allenta le cinghie
di un forzato... leggi...
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Riccardo Piunti
| La scirocco spirava,
la vita intorno gioiva
al cospetto
di quel gentil vento,
che sfiorava con amore
ogni cosa
e perfino ogni cuore.
Calore sprigionava
ed io dimenticando andava
le vitali disarmonie.
Il tempo inneggiava alla vita
ed io percepia quelle note
ed io sentia il canto
della natura amica,
eterna sinfonia
che sprigiona
la reclusa fantasia
e genera solo allegria.
I turbolenti pensieri
venivano addolciti
dal quel leggero aere,
e la mia mente,
nutrita di incantevole poesia,
tra le fronde degli alberi volteggiava
e fondendosi stava
con l’azzuro ciel,
che insieme a quella benevola brezza
annunciava la lieta novella
di una vita sì bella.
Tutto era in me
ed io ero in tutto,
l’armonia regnava
e quel venticello la governava.
La fame come la sete cessava
ed ogni desiderio svaniva,
perché il solo vivere quel sacro momento
cancellava i bisogni
e soprattutto il tormento.
Il sogno e il reale
si univano,
e ogni cosa era vitale;
le vane ricerche,
le assurde manie
lì si realizzavano,
ed io ero appagato
e la mia calda voce
insieme alle altre
quel venticello aveva rafforzato.
L’anima della vita
avevo ora carpito,
e senza timore
in essa ero finito;
nulla poteva vincere
quella dolce forza
che il viver lieto annunziava,
e l’angosciosa paura della morte svaniva,
come le foglie che in autunno cadono,
come l’inverno che andando via
diffonde la notizia pia
dell’avvento della primavera
o come il tramonto che conduce
all’attesa sera. | |
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