destionegiorno
Adolescente, ho iniziato a scrivere racconti e poesie fino ad oggi dove provo a sprigionare in versi le complessità e le profondità di un Io interiore. Sono alla continua ricerca di emozioni, di sensazioni che colgo dalle sfumature del quotidiano e da ogni espressione dell’anima che si manifesta a ... (continua)
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Gli ultimi rantoli
di una cieca debolezza
privano l’essere
di uno strame di dolcezza
che invano ha nutrito gli armenti.
Nudo,
il freddo e le intemperie
più non temo,
né il pusillanime sfoggio
di un arido eloquio.
Arde in me il piacimento
di... leggi...
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Oh Tristano!
Levi a oriente
il capo, ignaro
della sorte che ti attende.
Dagli occhi tuoi,
una spiga di grano
sussulta come buoi,
che da lontano,
tirando tutto il die
assaporano un ristoro
che giammai allenta le cinghie
di un forzato... leggi...
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Riccardo Piunti
Le sue 135 poesie in Riflessioni
| Cercavi uno di più soli riflessi
nei tuoi occhi quel poco rapiti,
inermi, lo stormir di pettirossi
fra rametti di lavanda rinsecchiti...
Cercavi di tutto una ragione
per parare ai venti una scusa
da inventarsi poi farsi religione
pregando non si
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| Per vinto non ti credi
finito, dato alla sorte
mai in pasto, non cedi
alle lusinghe di corte...
Seppur sempre è neve
che si posa sulle ciglia
un inverno così breve
or la vista ti assottiglia...
L’infinito è già davanti
ricreato e crea
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| Pur ti fingi di non conoscere
quanto sognar caro ti è valso,
perdersi or di fremiti rivivere
dal principio di ogni impulso...
Si nutre del tempo una goccia
e se gioca col tuo dirsi infinito
ti fan scudo muri alti di roccia
e ancor tuo, ti piange
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| Costume del viver cortese
ammicca qui ad ogni cosa
lo sguardo tuo, ti sorprese
fresca la fragranza di rosa...
Sussurra al vento un falsetto
allegro, fischietta il canarino,
così in quell’angolo ristretto
eppur ci fiorisce il ciclamino...
Fin
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| Pian piano si sparge aurora
per i campi ambrati risuona
il vezzeggiar di una capinera
ed odi poi il gallo che intona...
E lì per dove la chioccia cova
sì sgomitola il pensiero primo
oltre ogni intelletto e ti trova
e ti gode pur breve
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| Il buio or sibilando or bisbiglia
versi covati alle falde di un faro,
al mare reclama la sua conchiglia,
il magro bottino del palombaro...
Di getto il ciel le ombre sfinisce
brevi le reti issate dal pescatore
in linea disposte a lisca di
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| Allorché il gravitar del mondo
sdraiasi su di un’amaca stellata
or cor, sì mio, rifiata di rimando
alla civetta, sulla luna appollaiata...
Fiera e piena, di occhi suoi rapaci,
di guardia ai sogni, sì a me lontani
quanto Atena ordì, ai fiacchi
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| Messo alle sbarre l’ego
che l’animo inaridisce,
i canuti pensieri annego
pur oggi che poi finisce...
Il Sol le rughe dei monti
dipana ed espira l’esodo
di voci mute ad orizzonti,
alla giovin sera approdo...
Terra fresca di conquista
è una
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| Sinonimi e contrari
di pensieri e parole,
di nuovi abbecedari,
di frasi senza regole...
Il tutto, il contrario
di tutto si conviene,
un nuovo dizionario
impone di star bene...
Potessi gridar, Cuore!
Oltraggiar il costume
- or dilaga or muore
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| Non ti vendere a me, rugginosa luna
schiava di un cieco sol, senza fortuna
mi eclissi il giorno per tuo tornaconto,
ma né dai voce all’alba, né al tramonto.
Ridi appresso alle mie angoscie, guardi
solo e non ti curi dei miei persi sguardi,
dai
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| Quante ombre di passi ancora
condannano i raggi dell’ aurora
a languir, addormentate le menti
all’oblio nei silenzi trascendenti...
Il Sol riveste il giorno di fili d’oro,
di alabrasto i cieli, suo capolavoro
e la luna irride le ardimentose
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| Corre invano la mia voce,
-nitrito a galoppo frenato -
appresso al giorno veloce
che brucia il mio contralto!
Scrive suoi corsi la natura
-non mi è dato da imparare-
e la notte mi mette paura,
ahimè non so più pregare!
Vivo già passato il
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| Qual assillo depone
al cor serpi di nevi
inviolate, al solleone
strisciavi e piangevi...
Ti sovviene l’inverno
ti trafigge un brivido
-disperso il quaderno-
di aperte vocali arido...
Straziato, senti il solo
palpitar sulle frasche
-non fa
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| Tu Ermes, nel tuo errare
al limitar tra cielo e mare,
posa le nobili tue membra
sollievo alla desiata ombra,
e vessillo tuo a noi traduci
a postilla, lentamente bruci
la fatica del pensar che cresce...
In grembo, nugolo di frecce
bersaglia
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| Ci fissiamo rapiti da sconforto,
dipinti di grigio - sorriso e abbraccio -
e il rimorso, astuto fragor di lacrime,
languisce un tempo, che passa e sale...
Mi specchio negli occhi tuoi, assorto
cerco un Sol che faccia pace con il ghiaccio
che pesa
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