destionegiorno
Adolescente, ho iniziato a scrivere racconti e poesie fino ad oggi dove provo a sprigionare in versi le complessità e le profondità di un Io interiore. Sono alla continua ricerca di emozioni, di sensazioni che colgo dalle sfumature del quotidiano e da ogni espressione dell’anima che si manifesta a ... (continua)
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Gli ultimi rantoli
di una cieca debolezza
privano l’essere
di uno strame di dolcezza
che invano ha nutrito gli armenti.
Nudo,
il freddo e le intemperie
più non temo,
né il pusillanime sfoggio
di un arido eloquio.
Arde in me il piacimento
di... leggi...
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Oh Tristano!
Levi a oriente
il capo, ignaro
della sorte che ti attende.
Dagli occhi tuoi,
una spiga di grano
sussulta come buoi,
che da lontano,
tirando tutto il die
assaporano un ristoro
che giammai allenta le cinghie
di un forzato... leggi...
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Riccardo Piunti
Le sue 221 poesie
| Ebbro di toni amici,
compassato, assorto
da tripudi di piazza, porto
di vicoli affollati di voci...
Tu, colombo mio, gonfi il petto
mendicando briciole di affetto!
Le tue piume conoscono le lingue
dei venti e mimano traiettorie
verso i
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| Il mio cuor imbalsamato
si specchia, condannato
tra eclissi di lune senza fine!
Quale linea lustri gli orizzonti,
laddove questo vento salmastro
si quieti e di alabastro
tinga e allieti mari e monti!
Quali vette violino il limite
al di là di
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| Prendi una stella
rendila fiera, bella
e amica dei tuoi sogni:
svaniscono i bisogni!
Il tempo è un numero,
passato, presente e futuro...
Buon
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| Quale rondine fa primavera,
ove, accorato, il tramestio del giorno
non dà pace e di lividi è colma la sera!
Un respiro di colori si muove intorno
ma la notte mi lascia senza fiato...
Le stelle, fari a dar ristoro al buio,
la luna, trespolo per
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| Coriandoli di laconiche foglie,
di muti pensieri dispersi, alla deriva
nell’inchiostro del mar, al largo, fluttuan le gioie...
di provviste già scadute si riempie la stiva,
l’orecchio teso a coglier l’eco di fanfare
ad incitar, gagliarde, cieche e
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| Natura, di prati e fiori
abbondi, tirandoti i cuori
di noi tuoi complici, corrotti
da favole al limitar di un sogno...
di riunir frammenti di specchi rotti
con occhi oltre i pantani nello stagno...
con la brama di toccarne il fondo
e scoprirlo di
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| Mi perdo in un intenso
stupore, come di fanciullo
curioso, ingenuo, brillo
nelll’ aprir lontani cassetti
promufosi di incenso.
Quanti cimeli, di bianco e di nero
velati, sortisco a svelarne il mistero!
Che sotto una polvere
di sogni
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| Tedio, il brusio di attimi...
rami sconsolati aridi
di foglie cariche d’autunno
coprono le orme dei miei solinghi passi...
Il sole ahimè fiacco, roridi i raggi
a salir per ripidi solstizi di albe chiare
si quieta al capezzale di nembosi
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| Pensi di andartene, lontano,
separando i tuoi passi da ieri...
ti segue da tergo, ombra viva,
pensata e nutrita dai raggi
del Sol di Oggi!
A volte ti chiama e ti volti...
un velo di malinconia
tinge pallido i ricordi!
Buon viaggio mia
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| La mano chiusa a pugno,
opachi gli occhi a mettere
a fuoco la realtà nel sogno...
albe chiare di meteore.
In cattedra, il sole mattinale
a far l’appello allo sparuto giorno,
di Selene, le sue porte chiuse a chiave,
per timore di liberar il
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| Di domani non parlar,
tengo a bada il mio presente!
Non avvizzire, sul domani di domande
questo mio pieno desinar!
E lascia a me l’incanto di gustare
ogni spumosa sfumatura
del presente divenire!
Non travestirti da scevro cantore...
di sogni
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| Indaco è il cosmo per occhi sognanti...
lo puntellano di stelle, di diamanti,
o mendicano, diafani,
tributi di un giorno
che già medita al domani.
Le speranze, or fumose,
sbuffano dai tetti delle case!
Cosa rimane del tempo,
della briosa
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| Quando e come ti scovai?
Eri persa, in te stessa,
ossessa, nascosta...
all’ esile riparo
di tetti di
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| Carezzevoli sfere di luce
giocose nel rincorrersi
senza mai riprendersi
tra gli archetti a volta...
del ciel esaltano
tinte di candida e tersa pace.
Dabbasso,
nel trambusto...
di parole incomprese
e tra gli odori di faticose rese,
c’è chi
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| Lasciai quella corda
a cui con vile forza,
per troppo tempo,
rimasi aggrappato...
atterrai senza timore
sul manto erboso,
potendo correre!
Ma qual atterraggio?
Fu un semplice balzo...
così piccolo non ero,
come il frinir del grillo
voleva
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