destionegiorno
Adolescente, ho iniziato a scrivere racconti e poesie fino ad oggi dove provo a sprigionare in versi le complessità e le profondità di un Io interiore. Sono alla continua ricerca di emozioni, di sensazioni che colgo dalle sfumature del quotidiano e da ogni espressione dell’anima che si manifesta a ... (continua)
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Gli ultimi rantoli
di una cieca debolezza
privano l’essere
di uno strame di dolcezza
che invano ha nutrito gli armenti.
Nudo,
il freddo e le intemperie
più non temo,
né il pusillanime sfoggio
di un arido eloquio.
Arde in me il piacimento
di... leggi...
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Oh Tristano!
Levi a oriente
il capo, ignaro
della sorte che ti attende.
Dagli occhi tuoi,
una spiga di grano
sussulta come buoi,
che da lontano,
tirando tutto il die
assaporano un ristoro
che giammai allenta le cinghie
di un forzato... leggi...
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Si affaccia il bambino, ancora sognante, dal grembo materno, ai primi motti di luce cristallini che la vita gli si offre.
La luce riconosce, se già conosce, la creatura: Beniamino è il suo nome! – dice la madre, che confermi il padre, per favore, almeno il nome.
Il nome viene appena pronunciato, eccone fatto, ecco il risultato: " E’ un miracolo la vita! Il bimbo è pur sano e bello! "
Cosa è la vita, se non quella magica elucubrazione del sano e del bello, due parole che poi sedimentiamo nell’ anticamera del cervello! Come sarebbe diverso, il mondo, se solo questo, il mondo per inciso, fosse naturalmente sano e bello?
Beniamino, rara creatura di nuova manifattura, tutto questo non lo sa:
Cosa potrebbe mai sapere più dei sensi che, risvegliati di getto dal torpore del cuore materno, appena sanno di sentire?
Il primo reale ostacolo che la rara creatura, si trova adesso, gratuitamente, ad affrontare, è lo scalzo preambolo di tutta questa storia, che ancora tarda, mea culpa, ad aprire i battenti.
Quale ostacolo, si starà già domandando il lettore esigente, si profila peregrino all’ orizzonte, come un treppiedi, non propriamente in asse con la sala da pranzo, se rovinasse addosso al bambino gattonando?
Beniamino risente del colpo gobbo, e una oscura forza da dentro di lui incrina le prime e disponibili barriere del pianto:
-Tesoro!–
Arriva la mamma!
Cosa stesse facendo, Beniamino, un istante prima di rompere il silenzio, solo il treppiedi, incosciente, lo potrebbe intuire o tutt’ al più il gatto, Gastone; dov’è finito il gatto? | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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